Le intolleranze alimentari sono più comuni di quanto si possa pensare, la European Academy of Allergology and Clinical Immunology ha condotto uno studio secondo il quale in Europa a soffrire di intolleranze causate dal cibo sarebbero 17 milioni di persone, delle quali più di due milioni in Italia. Il grande numero di intolleranze diagnosticate e la svariata tipologia di alimenti che le provocano hanno determinato l’esigenza di fare ordine e chiarezza tra i disturbi derivati dall’alimentazione. Per questo motivo oggi vengono seguite due classificazioni, una stilata dall’American Academy of Allergy Asthma and Immunology, l’altra dalla European Academy of Allergology and Clinical Immunology. Nella prima viene utilizzata la definizione di “reazione avversa al cibo” e di seguito viene operata una distinzione fondamentale, di cui parleremo in seguito, tra intolleranze e allergie. Nella seconda classificazione la ripartizione si fa più precisa in quanto vengono distinte le reazioni tossiche, dipendenti da un’eventuale tossina presente nel cibo, da quelle non tossiche tra le quali figurano appunto intolleranze e allergie che dipendono esclusivamente dall’organismo del singolo individuo.

Le intolleranze non vanno confuse con le allergie

Dicevamo, dunque, dell’importanza di distinguere le intolleranze dalle allergie, è bene infatti non confondere le due categorie che mostrano evidenti differenze tra loro. La prima, nonché quella più evidente, è dettata dalla sintomatologia con la quale esse si presentano. Un’allergia infatti si manifesta immediatamente dopo aver ingerito un alimento del quale il nostro sistema immunitario percepisce la pericolosità e reagisce di conseguenza, per esempio le allergie provocano alterazioni visibili sulla pelle e sulle mucose e possono avere conseguenze anche gravi. Le intolleranze invece, per quanto anch’esse fastidiose, sono provocate dalla mancanza di un determinato enzima che impedisce il normale processo metabolico, tra queste le più comuni sono sicuramente quella al lattosio, sostanza contenuta nel latte, e la celiachia, dovuta all’insofferenza dell’organismo al glutine contenuto nel grano e dai suoi derivati.

Lattosio e Breath Test

La causa delle intolleranze alimentari è dunque rintracciabile in un cattivo processo di scissione delle molecole che compongono gli alimenti, per il quale possiamo dare tutta la “colpa” agli enzimi, o meglio alla mancanza degli stessi. L’intolleranza al latte e ai suoi derivati per esempio è causata dall’assenza degli “enzimi lattasi” normalmente preposti a scomporre il lattosio, lo zucchero presente nel latte, in due zuccheri più semplici, ovvero glucosio e galattosio. L’impossibilità dell’organismo di “digerire” il lattosio, provoca un ristagno di quest’ultimo che attirando liquidi comincia a fermentare provocando tutti quei sintomi “spia” che possono rivelare la nostra intolleranza.
Meteorismo, flatulenza, diarrea, nausea, spossatezza non sono però fenomeni esclusivi di un’intolleranza, e dunque non è possibile l’autodiagnosi, come per ogni altra patologia. Per scoprire se proprio quei latticini e formaggi che ci piacciono tanto, sono la causa dei nostri disturbi bisogna sottoporsi a una facile prova, eseguibile in ogni laboratorio d’analisi: il Breath Test, il test del respiro, un esame non invasivo che consiste nel soffiare in una cannuccia collegata a un dispositivo che rileverà l’idrogeno prodotto dalla fermentazione del lattosio nell’intestino.

Intolleranza al glutine

La celiachia, intolleranza dovuta al composto di proteine chiamato glutine e contenuto nel grano, nell’orzo e nella segale, e di conseguenza negli alimenti che li contengono, corrisponde a un’infiammazione permanente dell’intestino tenue.
Nella sua forma più comune la celiachia si presenta con sintomi quali perdita di peso, dolori addominali, gonfiore addominale, malassorbimento intestinale e nei bambini può provocare un rallentamento della crescita.
Anche in questo caso vi raccomandiamo di non correre a conclusioni affrettate stabilendo da soli di essere celiaci, il vostro medico di base e un gastroenterologo sapranno indicarvi sulla base dei sintomi, se è opportuno eseguire gli esami necessari a stabilire se siete intolleranti al glutine.
Non preoccupatevi, l’esame fondamentale per scoprire se queste proteine fanno male al vostro organismo, non è invasivo, ma consiste nella ricerca, attraverso un prelievo di sangue, degli anticorpi e degli auto-anticorpi utili a segnalare l’intolleranza. A questo potrebbero aggiungersi sesami delle feci e un breath test al sorbitolo.
Ricordate che qualora i dovuti esami rivelassero una particolare intolleranza, oltre ai farmaci che i medici vi consiglieranno, il vostro regime alimentare dovrà per forza cambiare, non prendetela troppo a male, qualche piccolo sacrificio a tavola, una maggiore attenzione a quanto mettiamo nel piatto, vi permetterà di migliorare la vostra qualità di vita.